La Fisarmonica – Organologia e letteratura

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Le pagine di questo libro sono rivolte a tutti coloro che hanno una modesta conoscenza della storia della fisarmonica o che desiderano approfondirne le nozioni. L’obiettivo principale che mi propongo è quello di presentare un’opera organica che tocchi tutti gli argomenti d’interesse musicologico e storiografico della fisarmonica e che contenga nel contempo una sistemazione dei dati essenziali riguardanti l’organologia di questo strumento.

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Le pagine di questo libro sono rivolte a tutti coloro che hanno una modesta conoscenza della storia della fisarmonica o che desiderano approfondirne le nozioni. L’obiettivo principale che mi propongo è quello di presentare un’opera organica che tocchi tutti gli argomenti d’interesse musicologico e storiografico della fisarmonica e che contenga nel contempo una sistemazione dei dati essenziali riguardanti l’organologia di questo strumento. Nel testo ho ripercorso l’itinerario storico della fisarmonica e della sua musica originale
nell’arco di tempo che va dall’origine dello strumento, risalente agli anni Venti del secolo scorso, quando in area tedesca e austriaca ne vengono costruiti i primi prototipi, fino alla sua odierna affermazione nell’ambito della musica colta. La storia è stata inquadrata in un contesto globale ed internazionale e non limitata a certe aree culturali o geografiche. Di questo strumento relativamente giovane, la cui forma definitiva sta ancora assestandosi, mi sono proposto di risalire alle origini per capire la sua evoluzione storica che dura da nemmeno due secoli. Vorrei fornire una breve anticipazione di ciò che riserva al lettore il contenuto di questo libro. Nel primo capitolo di carattere introduttivo ho sistemato in modo organico la
classificazione dei vari modelli di fisarmoniche all’interno della famiglia degli strumenti aerofoni portatili a mantice, ad ance libere, a tastiera. Oltre alla classificazione e alla sommaria terminologia, ho esposto una descrizione generale dei singoli tipi di fisarmoniche oggi in uso. Il secondo capitolo è dedicato all’approfondimento dell’organologia della fisarmonica classica. In questa sezione ho spiegato la costruzione, il funzionamento, le caratteristiche tecniche e il ruolo dei singoli elementi che compongono il modello di fisarmonica più evoluto, quello insegnato oggi nei conservatori e suonato da concertisti di musica colta. Dopo queste nozioni indispensabili per la comprensione delle caratteristiche degli strumenti presentati, si passa alla parte centrale della ricerca. Nel corso dell’esposizione del terzo capitolo ho illustrato lo sviluppo e l’evoluzione della fisarmonica da strumento popolare a strumento da concerto e della sua letteratura dal repertorio popolare all’inserimento nella musica colta. Per quanto concerne il repertorio mi sono soffermato sui brani che hanno segnato le tappe più significative nell’evoluzione della letteratura originale, analizzandone gli aspetti compositivi più innovativi. Dei compositori citati nel testo ho raggruppato in un capitolo a parte delle brevi schede biobibliografiche, elencando i brani che essi hanno composto per fisarmonica. Per facilitare la consultazione ho deciso di suddividere il testo in varie sezioni tematiche, seguendo anche il proposito di favorire le esigenze didattiche, nella convinzione che ogni musicista debba necessariamente conoscere lo strumento sul quale sta suonando. I paragrafi che formano i tre capitoli – nonostante siano strettamente collegati tra loro – possono essere letti autonomamente, oppure il lettore può destreggiarsi tra i vari paragrafi seguendo le indicazioni dei rimandi da un luogo della trattazione all’altro. Si tratta di un suggerimento di possibili itinerari di lettura, con l’auspicio che questo libro possa diventare uno strumento di consultazione e che perciò voglia essere usato, oltre che letto. Nell’esposizione ho continuamente indicato i riferimenti bibliografici delle opere cui ricorrere per ulteriori approfondimenti documentari. Questo saggio riprende, rielabora, amplia ed aggiorna il materiale esposto nella mia Tesi di Laurea intitolata Giochi d’ance. Organologia e letteratura della fisarmonica, discussa il 2 dicembre 1996 presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Trieste. Il mio lavoro è il frutto di una lunga ricerca che s’inserisce nella generale rivalutazione e rinascita dell’interesse intorno alla fisarmonica in atto negli ultimi dieci anni. Risulta alquanto singolare che la storia e la letteratura di questo strumento siano ancora relativamente poco studiati e conosciuti proprio in Italia, dove la tradizione nella produzione e nella fruizione delle fisarmoniche è tra le maggiori al mondo. La fisarmonica è uno strumento che nonostante la sua grande popolarità non è ancora riuscito a guadagnarsi un occhio di riguardo da parte dei musicologi, contrariamente a quanto è avvenuto in altri paesi europei e nordamericani. D’altronde il persistente scetticismo della critica musicale e delle comunicazioni di massa, nonché la scarsa conoscenza e la limitata e inadeguata divulgazione della nuova letteratura per fisarmonica classica non hanno certo giovato né contribuito a migliorare l’immagine di questo strumento. Per la sua posizione perennemente subalterna e per un’acquisita simpatia personale mi sono preso a cuore le sorti della fisarmonica. Alla sua storia mi sono avvicinato da appassionato con molto entusiasmo e curiosità, mentre da ricercatore ho trattato la stessa materia criticamente con il desiderio di scoprire l’origine e l’evoluzione di questo strumento. È stata mia intenzione fornire un’interpretazione il più possibile obiettiva e priva di pregiudizi di sorta della storia della fisarmonica, plausibile anche in quanto condotta da un estraneo al movimento fisarmonicistico ufficiale. La mia posizione di partenza è stata quella di porre la fisarmonica potenzialmente alla pari con gli altri strumenti della grande tradizione e di considerarla per quelle che sono le sue effettive peculiarità oggi sfruttate nell’ambito della musica colta. Per questo motivo ho volutamente e accuratamente evitato di cadere nei luoghi comuni che relegano la fisarmonica a strumento di dominio esclusivamente popolare. Questa mia fatica è finita per diventare un viaggio lungo, avventuroso e pieno di
imprevisti e perciò altamente appassionante. Iniziare una ricerca in un campo così poco battuto come quello della storia della fisarmonica e della sua letteratura musicale ha significato esplorare un terreno per molti versi ancora sconosciuto. Il percorso è stato pieno di difficoltà metodologiche e pratiche di ogni tipo (che si sono presentate ora in forma di inesattezze, approssimazioni, divergenze, distorsioni di informazioni e di dati, ora in forma di controversie, polemiche e concorrenze) ed esserne uscito con un grosso bagaglio di esperienza in più è per me motivo di grande soddisfazione. E’ innegabile che non potrò e non vorrò mai dimenticare le mie scorribande tra i polverosi scaffali nei meandri di biblioteche ed archivi, né tantomeno tutte le persone che ho avuto modo di conoscere durante le mie ricerche sul campo: compositori, didatti, ricercatori, fisarmonicisti, costruttori, commercianti, semplici appassionati. La pubblicazione di questo libro – che rappresenta l’esito tangibile delle mie ricerche finora compiute in questo campo – acquisisce un significato particolare anche in quanto avviene in un anno che celebra due ricorrenze importanti per il destino della storia della fisarmonica classica. Nel 1957 avvenne il primo incontro tra il grande fisarmonicista Mogens Ellegaard e il compositore danese Ole Schmidt, che aprì la strada alle numerose collaborazioni tra fisarmonicisti e compositori di fama e che di fatto sancì l’avvio della letteratura contemporanea e d’avanguardia per fisarmonica a bassi sciolti. Esattamente trent’anni fa, invece, un altro compositore danese, Per Nørgård, scrisse Anatomic Safari che risulta essere il primo brano d’avanguardia che sfrutta tutte le effettive potenzialità espressive e foniche della fisarmonica da concerto.

 

Aleksi Jerkog