Partita II BWV 1004 (Johann Sebastian Bach – trascrizione per fisarmonica di Aldo Turconi)
20,00 €
Partita II BWV 1004 è una composizione di Johannes Sebastian Bach trascritta per fisarmonica a bassi standard da Aldo Turconi dall’originale per violino solo con l’accompagnamento per pianoforte di Robert Schumann e pubblicata dalla società editrice Ars Spoletium.
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Partita II BWV 1004 è una composizione di Johannes Sebastian Bach trascritta per fisarmonica a bassi standard da Aldo Turconi dall’originale per violino solo con l’accompagnamento per pianoforte di Robert Schumann e pubblicata dalla società editrice Ars Spoletium.
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Le Trascrizioni per Fisarmonica di Aldo Turconi (Il “fisarmonicista del Teatro alla Scala”)
Le trascrizioni rappresentano spesso una parte importante della letteratura specifica per ogni strumento musicale. Ciò evidentemente è ancora più vero nel caso della fisarmonica, strumento relativamente giovane e con un repertorio ancora non troppo esteso. Grazie alle trascrizioni di Aldo Turconi, recentemente pubblicate da Ars Spoletium, anche i fisarmonicisti – studenti e professionisti – avranno la possibilità di interpretare sul proprio strumento alcuni capolavori dei più grandi musicisti della Storia della musica, appartenenti ad epoche precedenti la messa a punto dell’attuale fisarmonica.
Chi è Aldo Turconi
Turconi si può definire un musicista dalle due anime, grazie alla sua duplice carriera artistica: come violinista al Teatro alla Scala e come fisarmonicista di notevole livello. Nato a Luino, una piccola cittadina in provincia di Varese che si affaccia sul lago Maggiore, Turconi mostrò fin da giovanissimo un vero talento per la musica, iniziando a studiare fisarmonica a dieci anni e violino due anni dopo.
Iniziò la sua carriera fisarmonicistica, negli anni dal 1957 al 1965, esibendosi in duo o trio e proponendo pezzi originali e varie trascrizioni nei “caffè concerto”. In quel periodo registrò alcuni pezzi del suo repertorio alla Radio della Svizzera italiana, in duo con contrabbasso. Parallelamente, proseguì lo studio del violino, alla Civica Scuola Musicale di Milano, fino al diploma conseguito nel 1962. Iniziò subito dopo una parallela attività concertistica come violinista, facendo parte della Camerata di Cremona. Nel 1965 fu scritturato dal Teatro Massimo di Palermo come violinista. Il 1965 fu un anno di svolta per la sua carriera, vinse, infatti, il concorso per entrare nell’orchestra del Teatro alla Scala, dove resterà fino al 2000, potendo così svolgere un’attività professionale che solo una grande orchestra come quella della Scala può offrire. Oltre all’orchestra della Scala, Turconi suonò anche in piccoli gruppi cameristici e stabilmente in trio, con pianoforte e violoncello, insegnando contemporaneamente violino in una scuola della Gioventù Musicale.
Nonostante i numerosi impegni come violinista, Turconi non abbandonò mai la sua fisarmonica. Sempre nel fatidico 1965 toccò, probabilmente, l’apice della sua carriera come fisarmonicista: interpretò per la Rai la parte solista del Concerto per fisarmonica e orchestra di Paul Creston, con l’orchestra della Rai diretta dal Maestro Orlando Barera. Turconi suonò poi la fisarmonica in varie altre occasioni con la sua orchestra milanese, tanto da essere poi soprannominato “il fisarmonicista della Scala”. Ricordiamo soprattutto il Wozzeck di Alban Berg, eseguito al Teatro alla Scala sin dal 1977. Ma poi ebbe l’opportunità di suonare lo strumento ad ance libere in diverse opere, balletti e concerti, portando la fisarmonica in vari altri palcoscenici. Turconi tornò definitivamente al suo primo strumento negli ultimi decenni, attraverso il lavoro di trascrittore, grazie all’amico concertista Gervasio Marcosignori che lo invitò, nel 2011, come suggello della sua attività artistica, a lasciare l’impronta della sua mano presso il “Museo delle impronte dei grandi della fisarmonica” a Recoaro Terme.
Le Trascrizioni di Aldo Turconi
Turconi, già all’inizio della sua attività di fisarmonicista, ben presto si rese conto che il repertorio per lo strumento era – soprattutto all’epoca (anni ’50) – limitato e che c’era un bisogno urgente di nuove composizioni e trascrizioni. Una duplice consapevolezza lo spinse a dedicarsi a questo lavoro di ri-creazione: da una parte il bisogno di grandi opere del passato da adattate alle tipiche sonorità della fisarmonica, dall’altra la sua preparazione sia come violinista e orchestrale – quindi concreto conoscitore di quella musica da trascrivere – e l’altrettanta preparazione tecnica e artistica come fisarmonicista, conoscitore del “mezzo fonico” per cui si trascrive.
Lo strumento di riferimento, per il suo lavoro di trascrittore, è la fisarmonica che ha accompagnato Turconi in tutta la sua attività artistica. Un classico strumento “a pianoforte” 41/120, per la precisione una fisarmonica “Settimio Soprani” (Artist VI), assimilabile al celebre “Super VI Scandalli”, ovvero lo strumento suonato da musicisti come Gervasio Marcosignori nel suo periodo d’oro, sin dagli anni ’40/’50. Si tratta, quindi, di una fisarmonica a bassi “standard” (o bassi Stradella), a bassi e accordi preformati, sistema presente generalmente in ogni tipologia di fisarmonica – sia “a piano” che a bottoni – ‘identificativo’ dello strumento fisarmonica (anche se non veramente standardizzato).
Opere Principali
Le trascrizioni di Turconi includono opere di Johann Sebastian Bach, Antonio Bazzini, Ludwig Van Beethoven, Johannes Brahms, Franz Joseph Haydn, Antonio Locatelli, Niccolò Paganini, Franz Schubert, Henrik Wieniawski e vari altri. Tra le sue numerose trascrizioni trattiamo brevemente i cinque titoli recentemente pubblicati dalle Edizioni Ars Spoletium.
– La Partita II BWV 1004 (Ciaccona) di Johann Sebastian Bach, dall’originale per violino solo, con l’accompagnamento per pianoforte di Robert Schumann. Tale celebre composizione è generalmente trascritta ed eseguita alla fisarmonica con riferimento alla nota e ulteriore trascrizione pianistica di Busoni. Turconi, invece, realizza il suo lavoro rifacendosi all’accompagnamento pianistico di Schumann, sfruttando al meglio le caratteristiche della tastiera a bassi e accordi precomposti.
– Scherzo, dalla Sonata per pianoforte e violino n. 5 op. 24 di Ludwig van Beethoven. Qui il trascrittore è riuscito a sintetizzare la sonorità e la tessitura dei due strumenti, ben adattandola alle due tastiere della fisarmonica.
– Largo, dal Secondo Tempo del Triplo Concerto per Pianoforte, Violino e Violoncello op. 56, sempre di Ludwig van Beethoven. In questo caso l’impresa è stata ancora più ardua, vista la maggiore consistenza – sonora e di “testura” – prodotta dai tre solisti con l’orchestra, ma si può affermare che la sfida è stata senz’altro vinta da Turconi.
– Scherzo, dalla Sonata F.A.E. per Violino e Pianoforte, opera postuma Wo02, di Johannes Brahms. Si tratta di una Sonata composta nell’ottobre 1853 – da Robert Schuman, Albert Dietrich e Johannes Brahms – per il violinista, e amico dei tre compositori, Joseph Joachim. La Sigla F.A.E., che richiama la sequenza di note F (fa), A (la) ed E (mi), viene ancora oggi interpretata come l’acronimo della frase Frei aber Einsam (Libero ma solo), potrebbe però essere anche l’acronimo di qualche altra frase o motto. Turconi sceglie da questa sonata il vivace Scherzo composto da Brahms, che ben si adatta alle caratteristiche tecniche della fisarmonica.
– La ridda dei folletti, Scherzo fantastico Op. 25, composizione di Antonio Bazzini, compositore e violinista certamente meno conosciuto dei precedenti, ma dei quali poté approfondire la conoscenza dell’opera (soprattutto di Bach e Beethoven) avendo la possibilità di studiare per quattro anni (dal 1843) a Lipsia. Dopo una brillante carriera concertistica si dedicò prevalentemente alla composizione, che insegnò dal 1873 al Conservatorio di Milano, di cui poi divenne direttore e dove ebbe tra i suoi allievi Catalani, Mascagni e Puccini. Da giovane fu incoraggiato da Paganini e, successivamente, fu elogiato da Schumann e Mendelssohn. Il caratteristico brano in questione, per violino con accompagnamento di pianoforte – che, come i precedenti, richiede una certa abilità tecnica e adeguato ‘temperamento’ – è potenzialmente ben ricreato dalle caratteristiche sonorità della fisarmonica.
Alessandro Mugnoz