Tarantella (fisarmonica e pianoforte)

Brano tratto dal CD SMAILE (TocoTicoTrio)

I Francesi dicono “jouer”, i Britannici “to play” e noi Italiani semplicemente “suonare”? Perché proprio nella patria dell’arte si è persa quella componente “ludica” del fare musica, legata al divertimento, al gioco, al piacevole trascorrere del tempo in buona compagnia?

Nasce così il TOCOTICOTRIO.

 

The Song Is in the album SMAILE (TocoTicoTrio)

French people say “jouer”, British people “to play” and what about Italian people? We simply say “suonare”. Why is it in the country of art that we lost that joyful part of playing music, the one tied to enjoyment,to playing,to spending time in good company?

That’s how TOCOTICOTRIO was born.

Brano tratto dal CD SMAILE (TocoTicoTrio)

I Francesi dicono “jouer”, i Britannici “to play” e noi Italiani semplicemente “suonare”? Perché proprio nella patria dell’arte si è persa quella componente “ludica” del fare musica, legata al divertimento, al gioco, al piacevole trascorrere del tempo in buona compagnia?

Nasce così il TOCOTICOTRIO.

L’incanto si rivela quando il pianoforte, mosso da un bisogno di comunicare e di condividere emozioni in musica al di là di ogni forma accademica, si unisce alla fisarmonica nella creazione di originali melodie e raffinate armonie, ricamate su un tessuto ritmico di grande energia dove le percussioni più singolari, provenienti da diversi paesi del mondo, ne colorano le trame…

La Passione per linguaggi fuori dagli schemi, l’Invenzione musicale vissuta e trasmessa come gioco e come libera espressione di semplici emozioni e moti dell’animo, unisce e stimola l’ensemble verso nuove ricerche melodico-ritmiche in un viaggio dalle affascinanti e calde sonorità.

Musiche e Arrangiamenti di Mario Milani

 

Lucia Pittau (pianoforte)
Loris Stefanuto (percussioni)
Mario Milani (fisarmonica)

 

Tocotico nasconde un innocente gioco di parole. Avete presente Tico Tico no Fubà (il passerotto nel mais), il notissimo chorino di Zequinha de Abreu? In meno di un secolo quel fortunato motivetto è assurto a simbolo della spensieratezza sudamericana. Alludere quindi a Tico Tico manifesta una disponibilità alle avventure musicali, a credere nell’esotismo come ad una categoria dello spirito del quale, il nostro mondo globalizzato, ha estremo bisogno. In TocoTicoTrio una palma è ancora una palma, un cactus resta un cactus e, soprattutto, non si trovano mai nella stessa foto! Atmosfere delicate ed intriganti, dal jazz latino al kletzmer, dal flamenco al tango, passando per la Senna.

Perché mai un Tico si muta in Toco? Abbiamo perso mezzo passerotto? Il Trio confessa di aver voluto giocare con il verbo spagnolo tocar, cioè suonare. Restando nei termini dello scherzo, rilancerei a mia volta osservando che il tico superstite è ancora un uccellino e che lo ritroviamo a Napoli, ma stavolta è un cardellino (Lu cardillo). “Si co tico cagnarme m’è dato, doppo voglio davvero murì…”, “Se mi fosse concesso di cambiarmi con te, dopo vorrei davvero morire”. Tocotico, allora, non potrebbe voler dire “suono con te”, “intreccio la mia danza alla tua”. Perché no?

Sia pure per un caso, la scrittura melodica del Trio evidenzia proprio un tale fitto intreccio di idee tra le due tastiere, una trama che si riverbera anche nelle percussioni, alle quali si richiede un sostegno assai discreto, per non turbare il dialogo. Ho parlato di “scrittura” anziché di “improvvisazione”, perché tutti i brani – è giunto il momento di chiarirlo – sono creazioni originali di Mario Milani e non trascrizioni da sessioni improvvisate. Potrà sembrare un dettaglio trascurabile per l’audiofilo, ma è davvero auspicabile che vengano pubblicate anche le partiture del TocoTicoTrio, con l’augurio di contribuire ad affermare una nuova visione della didattica strumentale, nel cui recinto siano definitivamente accolti anche i linguaggi popolari.

Le composizioni di Milani non si incasellano in una tendenza definita, ma dispensano all’ascoltatore stimoli di varia provenienza con la dovuta moderazione. Alcune suggestioni jazzistiche vengono affidate al tocco sensibile di Lucia Pittau (se ne ascolti il malinconico assolo pianistico in Profumo di donna), per poi cedere il passo a schemi culturalmente più elaborati nei quali l’istintività del fisarmonicista virtuoso lascia maggior spazio al compositore. Con le sue armonie “sbagliate” Tango storto è uno dei momenti più felici del disco ed in questo senso si avvicina alla dimensione della parodia senza cadere nel banale. Analoga propensione si coglie nella Tarantella. L’ironia resta il miglior antidoto al kitsch.

Secondo uno schema collaudato, l’esposizione del materiale melodico viene preparata da un preludio in stile di improvvisazione libera. Nascono in questo modo Est e Bossanova Cris, affidati alla fisarmonica, ma anche Danza macedone la cui vibrante introduzione è scandita dal cajon di Loris Stefanuto. Alla parte finale di quasi tutti i brani Milani riserva l’elaborazione contrappuntistica dei temi, secondo una pratica tradizionale europea – anche popolare – che ha ben poco da spartire con il jazz. La tendenza alla sintesi con le forme classiche è un destino curiosamente adombrato proprio nel ritornello di Tico Tico. L’autore brasiliano, infatti, fu sospettato di aver commesso un plagio ai danni di Beethoven (la fonte originale sarebbe il Primo Concerto per pianoforte, nell’ultimo movimento). Non è improbabile che De Abreu nel 1917 potesse averlo presente all’orecchio. Negli stessi anni Scott Joplin, che in gioventù aveva studiato i classici con un insegnante tedesco, stava inventando il ragtime. Le frequentazioni colte, in presenza del talento, non producono quasi mai danni irreparabili.

Il fraseggio di Milani è sempre molto nitido ed appare imperniato su una solida tecnica classica. Qua e là si colgono alcuni inevitabili riferimenti al mondo della fisarmonica jazz, come in Musette, un valzer lento costruito alla maniera di Richard Galliano. Anche Tango storto sarebbe impensabile senza la rievocazione del bandoneon di Piazzolla. È quasi ovvio che lo strumento a mantice sia più flessibile del pianoforte quando si tratta di suggerire il mood di un brano, ma anche la scrittura pianistica di Milani raggiunge un climax efficace, particolarmente nei giri melodici di sapore latinoamericano e ancor di più nella notevolissima Csardas, che si stenta a non credere autenticamente folklorica. Loris Stefanuto costituisce l’ideale trait-d’union tra le tastiere del TocoTicoTrio, integrando il loro dialogo con una sorta di costante riverbero. Strumentista completo e versatile, può passare rapidamente dalla sonorizzazione in sottofondo (lo si ascolti in Habanera) al ruolo trainante del batterista jazz che conduce il discorso, come in Movida e Disegual.

Enrico Corbi

(Docente e Musicista)

 

Ho ascoltato il TocoTicoTrio e mi sono divertito ed emozionato, l’ho scritturato, fatto ascoltare e il pubblico mi ha ringraziato per quanto si sono divertiti e felicemente sorpresi. La  raffinata ed effervescente musica del TocoTicoTrio è merito sia degli interpreti “classici liberati dall’accademia”, sia dell’autore delle musiche che, pur scrivendo nello stile non accademico, conosce le regole “classiche”. Questo mix crea meraviglia e stupore come i fuochi artificiali sul finire di una festa popolare.

Annibale Rebaudengo

(Docente di Pianoforte al Conservatorio di Milano e di Didattica degli strumenti musicali all’Accademia della Scala)

 

 

The Song Is in the album SMAILE (TocoTicoTrio)

French people say “jouer”, British people “to play” and what about Italian people? We simply say “suonare”. Why is it in the country of art that we lost that joyful part of playing music, the one tied to enjoyment,to playing,to spending time in good company?

That’s how TOCOTICOTRIO was born.

The magic shows when the Piano,urged by its need of communicating and sharing emotions behiond every academical form, joins the Accordion in creating unusual tunes and refined harmonies. These ones are embroidered on a rhythmical tissue of great energy coloured by the most unusual percussion instruments coming from all over the world…

Passion for uncommon languages,musical invention lived and conveyed as a play and as free expression of simple emotions and soul motions,joins together and stimulates the “ensemble” towards new rhythmical and tuneful researches in a journey full of fascinating and warm sounds.

Music and arrangements by Mario Milani

 

Lucia Pittau (piano)
Loris Stefanuto (percussions)
Mario Milani (accordion)

 

Tocotico hides a simple pun. Have you heard about Tico Tico no Fubà (the little sparrow in the corn) the best known chorino of Zequinha de Abreu? In less than a century that lucky theme was risen to symbol of the South-American thoughtlessness. Therefore alluding to Tico Tico shows opening to musical adventures,to believing in exoticism as a spiritual category;a thing that our globalized world extremely needs. In TocoTicoTrio a palm-tree is still a palm.tree, a cactus keeps to be a cactus and first of all they are never in the same picture! There are soft and intriguing atmospheres from latin jazz to kletzmer, from flamenco to tango, going through the Senna river.

Why does a Tico change into Toco? Have we lost half sparrow? The Trio acknowledges it wanted to play with the Spanish verb “tocar” that means to play. Remaining in this joke area I would say that the surviving tico is still a bird and that we can find it in Naples where it’s a goldfinch (Lu cardillo). “Si co tico cagnarme m’è dato, doppo voglio davvero murì…”, “if I could turn into yourself, later I would really die”. So couldn’t Tocotico mean “I play with you”, “I dance with you”? Why not?

Even if by chance the Trio melodious script shows a sort of interlacing of ideas between the two keyboards, that you can find also in the percussion instruments, which are required to be a moderate support, not to disturb the dialogue. I spoke about script instead of “improvisation”, as all the pieces-this is the right moment to explain it-are Mario Milani’s original creations; they aren’t transcriptions from improvised sessions. It can appear a negligible detail for the listener, but it’s desirable that the TocoTicoTrio scores are also published, wishing to contribute in the achievement of a new vision of the instrumental didactics, where popular languages are welcome too.

Milani’s compositions are not included in a precise trend, but they give the listener spurs of various origin using the right moderation. Some jazz suggestions are committed to Lucia Pittau’s sensitive touch (you can listen to the melancholy piano solo in Profumo di donna), and in the meantime  the virtuous accordionist’s instinct means more room to the composer for aesthetic freedom. With its “wrong” sounds Tango Storto is one of the happiest moments of the album, so that it brings us to the dimension of parody without falling into banality. The same tendency can be noticed in Tarantella. The irony is the best antidote to kitsch.

According to a tested scheme the exposition of the melodic material is prepared by a prelude thanks to the style of free improvisation. It’s in this way that Est and Bossanova Cris, entrusted to the accordion, and also Danza macedone, whose vibrant introduction is stressed by Loris Stefanuto’s cajon, were born. Milani keeps the counterpoint of themes for the final part of almost all the pieces, according to a traditional European custom that has little to do with jazz music. The trend to synthesis with classical styles is a sort of destiny concealed in the refrain of Tico Tico. The Brasilian author was suspected, in fact, of committing a plagiarism towards Beethoven (the origin would be the First Concert for piano in the last movement). In 1917 De Abreu could probably have heard it before. In the same years Scott Joplin, who as a young man had studied the classics with a German teacher, was inventing the ragtime.

Milani’s phrasing is always very clear and seems focus on a sound classical technique. Here and there you catch some inevitable referrings to the world of jazz accordion, just like in Musette, a slow waltz built in manner of Richard Galliano. Also Tango Storto couldn’t be thought without the recalling of Piazzolla’s bandoneon. It’s almost obvious that a bellows instrument is more flexible than the piano when it has to suggest the mood of a piece, but also Milani’s piano writing reaches an effective climax, especially in the melodic sequences inspired to the Latin-American turnings and also more in the remarkable Czardas, that it’s difficult not to believe authentically folkloristic. Loris Stefanuto is the ideal trait- d’union among the TocoTicoTrio keyboards, integrating their dialogue with a sort of steady reverberation. As an all-round and versatile instrumentalist he can quickly change from the background voice (you can listen to him in Habanera) to the drawing role of the jazz drummer, who leads the speach as in Movida and Disegual.

Enrico Corbi

(Teacher and Musician)

 

I listened to TocoTicoTrio, I enjoyed myself and got excited about it, so I engaged it and let it listen and all the listeners thanked me as they had a great time and were happily surprised. The refined and lively TocoTicoTrio music is due both to the interpreters “classics set free of academy” and to the author of music, who well knows the “classical” rules even if he doesn’t use an academic style. This mixture rises wonder and amazement just like fireworks at the end of a village festival.

Annibale Rebaudengo
(Piano teacher at the Milan Academy of music and musical instruments didactics teacher at the Scala Theatre Academy)